Da quando è stata introdotta la lycra come materiale per le divise ciclistiche, la creatività dei designers si è sprecata in soluzioni a dir poco ardite che hanno portato a dei veri e propri orrori sui pedali. Vediamo quali sono le più degne di nota secondo noi.
Castorama
Ok, va bene che il tuo sponsor è una nota catena del fai-da-te, ma farcelo pesare in questo modo è un tantino eccessivo (specialmente se abbinato ad un bel mullet).
BigMat
Quando qualcuno lancia un trend c’è sempre qualcuno che lo segue… anche nell’orrore.
Mapei
Arlecchino è certamente stato la fonte d’ispirazione per questo kit. Tanto brutta la maglia, quanto forte la squadra che la indossava.
Team Colombia donne
Probabilmente la divisa fu progettata nella speranza di avere Playboy come sponsor.
Polka dot.
La maglia a pois, destinata al miglior scalatore del Tour de France, è di per sè un colpo in un occhio. Quando poi decidi di aggiungere anche il pantaloncino in tinta, diventa un’accoppiata da denuncia.
Cipollini
Mario Cipollini non è stato solo un grande campione. È un comunicatore, un manger, un provocatore, un innovatore: il D’Annunzio del ciclismo, oserei dire.
Il suo obiettivo era distinguersi non solo con le vittorie ma anche con il suo modo di essere, pure nell’abbigliamento. Con gli occhi di oggi, alcuni dei completini che ha sfoggiato possono essere certamente annoverati nella nostra galleria degli orrori, ma l’intenzione con cui sono stati fatti (il mettersi in evidenza fra tutti), li pone su un piano diverso rispetto a tutti gli altri. Sono i più belli fra i più brutti, importabili per chiunque altro che non sia SuperMario.