Corridori. Piccole storie di ciclismo e ciclisti è l’ultimo libro di Ilario Luperini che, da sempre appassionato di ciclismo, ha scelto di narrare i ricordi di tempi e luoghi lontani, le riflessioni e i dubbi sul presente, le esperienze vissute in diretta, sulle strade del Giro.
I racconti ruotano intorno a tre nuclei narrativi: le emozioni di tempi e luoghi lontani in cui le corse in bicicletta rappresentavano l’anima segreta delle giornate e il nutrimento di una realtà fatta di suggestioni, sogni, sconfitte, vittorie; le riflessioni e i dubbi sul futuro di questo sport attraversato dal doping, l’oltranza tecnicistica, la vertiginosa logica mercantile; il permanere di una calda e antica passione che conduce un manipolo di appassionati a vivere in diretta – consecutivamente negli ultimi trent’anni – i passaggi del Giro d’Italia sulle montagne del Nord: “La partecipazione lungo le strade del Giro ha il sapore di una grande festa popolare, fatta di canti, di carne alla brace, di abbondanti bevute. Una festa in cui il tifo si sposa alla voglia di passare qualche ora spensierata, in cui il vicino di gomito, con il quale si è gareggiato fino a un momento prima alla ricerca del posto migliore di osservazione, non è mai un avversario, anche se tiene per un campione diverso”.
Il libro racconta di uno sport che è fenomeno popolare e avventura poetica, parla della forza di una competizione che non è soltanto gara, ma anche un modo diverso di vivere la vita e i mutamenti della società. È arricchito da un fluire di episodi legati a quei corridori che hanno lasciato profonde impronte emozionali durante le loro imprese. In appendice, le classifiche degli ultimi trent’anni del Giro d’Italia.
Nel 2018 il Giro partirà da Israele. E sarà dedicato a Gino Bartali per le sue imprese extra sportive che hanno consentito di salvare molti ebrei. Una buona notizia, in nome dell’antirazzismo. Un sentimento che dovrebbe essere patrimonio di tutto il paese. Ma purtroppo così non è. Molti sono i preoccupanti episodi di rigurgiti razzisti, uniti a revival di revisionismo storico di bassa lega, di vera e propria cialtroneria.
Ilario Luperini, laureato in lettere e storico dell’arte, per dodici anni ha insegnato nelle scuole superiori e per ventisette ha diretto scuole artistiche in Toscana. Fin da molto piccolo ha seguito con passione le vicende del ciclismo, sia amatoriale che professionistico, scrivendone in numerosi articoli e pubblicazioni. Da trent’anni segue il Giro d’Italia in molte tappe, specialmente in quelle di montagna; negli ultimi dieci lo fa come corrispondente della rivista «Il Grandevetro».